Il volto del Dio del tempio. Un tempio profanato

Ez 19,4-18

Ez 19,4-18

4Ma contro di lui le genti fecero lega, restò preso nella loro fossa e in catene fu condotto in Egitto. 5Quando essa vide che era lunga l'attesa e delusa la sua speranza, prese un altro cucciolo e ne fece un leoncello. 6Divenuto leoncello, se ne andava e veniva fra i leoni, e imparò a sbranare la preda, a divorare gli uomini. 7Penetrò nei loro palazzi, devastò le loro città. Il paese e i suoi abitanti sbigottivano al rumore del suo ruggito. 8Lo assalirono le genti, le contrade all'intorno; tesero un laccio contro di lui e restò preso nella loro fossa. 9Lo chiusero in una gabbia, lo condussero in catene al re di Babilonia e lo misero in una prigione, perché non se ne sentisse la voce sui monti d'Israele. 10Tua madre era come una vite piantata vicino alle acque. Era rigogliosa e frondosa per l'abbondanza dell'acqua. 11Ebbe rami robusti, buoni per scettri regali; il suo fusto si elevò in mezzo agli arbusti, mirabile per la sua altezza e per l'abbondanza dei suoi rami. 12Ma essa fu sradicata con furore e gettata a terra; il vento d'oriente seccò i suoi frutti e li fece cadere; il suo ramo robusto inaridì e il fuoco lo divorò. 13Ora è trapiantata nel deserto, in una terra secca e riarsa; 14un fuoco uscì da un suo ramo, divorò tralci e frutti ed essa non ha più alcun ramo robusto, uno scettro per regnare". Questo è un lamento e come lamento viene usato.

Commento alla Lettura

Il volto del Dio del tempio. Un tempio profanato

Contemplare il volto di Dio

Rosanna Virgili

PRESENTAZIONE

Ezechiele è profeta dell’esilio. Il suo libro contiene – in una prima parte - le ragioni per cui Gerusalemme fu assediata e distrutta, per giungere – nella sua parte finale – a visionare una piena e stupenda ricostruzione, restaurazione, rinascita della stessa. L’esilio è un fatto che segna profondamente la narrazione storico/teologica biblica ed è interpretato dai profeti più come una punizione divina per Giuda che non come l’effetto di un’inevitabile vittoria del potente esercito nemico. Ma quali sono i motivi per cui il Dio dell’Alleanza cede a un’ira tanto furiosa da consegnare il suo eletto agli orrori della deportazione?

PER LEGGERE E COMPRENDERE: il tempio e l’esodo di Dio

“Ed ecco, là era la gloria del Dio di Israele, simile a quella che avevo visto nella valle. Mi disse: “Figlio dell’uomo, alza gli occhi verso settentrione”. Ed ecco a settentrione (…) l’idolo della gelosia, proprio all’ingresso” (Ez 19,4-5).

Nel gioco profetico della visione, Dio conduce Ezechiele dal paese di esilio, alle porte del Tempio di Gerusalemme, in Sion. Nella sua casa, a Babilonia, siedono alcuni anziani di Giuda che in diretta vedono quanto il profeta vede. Come se coloro che si trovano fisicamente sul posto non fossero in grado di vedere cosa sia davvero diventato il Tempio, il Signore dona al profeta una chiarezza e una lucidità che viene dallo Spirito. Presso la porta dell’atrio interno, dalla parte nord, è collocata la statua di un idolo, probabilmente quello di una divinità femminile cananaica relativa ai culti di fertilità. Evidentemente nessuno più vi faceva caso, nessuno sentiva la gravità di un fatto che la legge mosaica condannava aspramente: “Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno, perché il Signore tuo Dio che sta accanto a te è un Dio geloso. L’ira del Signore tuo Dio si accenderebbe (…) e ti distruggerebbe” (Dt 6,14-15). A questo primo delitto ne seguono altri ancor più gravi, man mano che si penetra nelle stanze più intime del Tempio.

“Mi condusse, allora, all’ingresso del cortile e vidi un foro nella parete. Mi disse: “Figlio dell’uomo, sfonda la parete”. Io entrai e vidi ogni sorta di rettili (…) e tutti gli idoli del popolo di Israele (…) e settanta anziani della casa di Israele davanti ad essi con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d’incenso”(Ez 19,7-11).

Dentro il Tempio del Signore, l’ipocrisia degli anziani di Israele era giunta a una tale perversione che essi dissimulavano la verità delle loro azioni di culto. Solo il coraggio del profeta che sfonda la parete riesce a rivelare ciò che davvero si copre col manto del culto ortodosso: ogni sorta di riti idolatrici! Terribile è la mistificazione.

“Hai visto, figlio dell’uomo?” (…) ed ecco all’ingresso del tempio tra il vestibolo e l’altare venticinque uomini che, prostrati, adoravano il sole” (Ez 19,15-16).

Proprio nelle aree più intime e sacre si realizza il tradimento del cuore e gli uomini sfrattano Dio dalla Sua casa. Fuori tutto sembra scorrere normalmente e a chi guarda in superficie sembra che Dio sia ancora dentro alle sue sacre stanze, ma non è così: i pii israeliti l’hanno sostituito con il dio Sole. E come se non bastasse, come se fosse nulla tradire il Luogo dove Dio aveva la sua Santa Dimora, come se non fosse il colmo soffocare lo Splendore della Sua Presenza con la propria ignobile miseria, quelle stesse ipocrite persone che si son fatte capi in Gerusalemme, hanno “riempito il paese di violenza” consegnandolo alla catastrofe (19,17). Questi sono i motivi per cui il tempio verrà distrutto, Gerusalemme espugnata e i suoi figli massacrati o dispersi.

PER MEDITARE E ATTUALIZZARE

1. I profeti sono molto critici nei confronti del culto “ortodosso”, perché spesso ne vedono l’ipocrisia. Pensi che anche oggi sia necessaria un riflessione su questo tema? Quali sono le forme attuali della perversione del culto?
2. Abbiamo visto come non basti la devozione religiosa che si esprime nel Tempio, se poi, fuori da esso, cresce la violenza e ogni tipo di ingiustizia. Perché è oggi così necessario uscire idealmente dal tempio per fare davvero qualcosa di gradito a Dio?

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