Il cieco nato (Gv 9)

Gv 9,1-7

Gv 9,1-7

1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". 3Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo". 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe" - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

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Il cieco nato (Gv 9)

Roberto Pasolini

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Il verbo poieō (ποιέω) indica qui l’azione di “impastare” la terra con la saliva per farne fango. L’impastare è uno dei 39 lavori proibiti in giorno di sabato. Il verbo niptō (νίπτω) non indica l’immersione, il fare il bagno, ma il gesto di chinarsi per togliersi il fango dagli occhi con dell’acqua. Nel Vangelo di Giovanni è utilizzato solamente qui e nel capitolo 13, per la lavanda dei piedi. In Mc 7,3 indica le abluzioni rituali prima dei pasti. In entrambi i casi, si vuole suggerire uno stretto legame con il battesimo e con Gesù.

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