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Il sostantivo rende un termine che in greco (οἰκεῖος) indica una relazione molto stretta, intima, come quella di chi possiede ormai le chiavi di casa di una persona con cui vive un rapporto di speciale appartenenza reciproca.
Si tratta della seconda e ultima beatitudine del Quarto Vangelo, dopo quella di 13,17: “Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica”. Di tutte le beatitudini del NT, solo questa e quella di Lc 1,45 – “E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”– dipendono dal “credere”.
Commento alla Liturgia
S. Tommaso Ap.
Prima lettura
Ef 2,19-22
19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. 21In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 116(117)
R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.
Vangelo
Gv 20,24-29
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo". 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". 28Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".
Note
Approfondimenti
Paolo afferma che i figli di Dio «vengono edificati insieme» (συνοικοδομέω). Con questa espressione vuole dire due cose:
Questa edificazione plurale e variegata diventa, per mezzo del dono dello Spirito, una vera e propria «abitazione di Dio». Per indicare questo sublime e grande mistero, Paolo ricorre a un sostantivo particolare (κατοικητήριον) che significa letteralmente «luogo dove avviene qualcosa». L'avvenimento di Dio che prende dimora nella nostra umanità non è dunque né un'idea (astratta), né un evento (statico), ma un processo che si compie e si perfeziona continuamente attraverso il dinamismo dello Spirito, la forza e la presenza di Dio dentro la storia umana.
Incontentabili
“Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù”.
Che destino infelice è toccato a Tommaso. Tutti vedono Gesù e lui è l’unico che è tagliato fuori da questa esperienza. Forse sarà stato a cercare provviste, a sbrigare qualche incombenza, a occuparsi di qualcosa di importante, ma di fatto nel momento dell’incontro con il Risorto lui non era presente.
“Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo»”.
A poco servono le rassicurazioni e le testimonianze degli amici. Tommaso è il protettore degli incontentabili, di quelli cioè che rifiutano con tutto loro stessi le teorie del “mi fido”. E in fondo ha anche ragione, perché una cosa così decisiva come la fede non può essere semplicemente basata sull’esperienza degli altri. Ma la cosa che lo induce a sbagliare è chiudersi all’attesa, scartare la possibilità che sia vero, mettere condizioni ben precise per cui credere davvero. Se da una parte è vero che nessuno di noi può vivere di esperienza riflessa, è pur vero che la testimonianza degli altri deve aprirci a una operosa attesa di quell’esperienza che accade quando e come Gesù vuole. In questo senso credere non è solo fare esperienza diretta ma anche desiderare e attendere questa esperienza decisiva. La parola credente è in realtà un verbo di movimento. L’atto del credere è sempre una tensione tra la mia incredulità e la mia professione di fede. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse:
«Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Credere è professare la fede anche in tempo di incredulità personale.
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