Il verbo splagchnizomai (σπλαγχνίζομαι) contiene un riferimento alle viscere (splagchnon, σπλάγχνον), che nella Bibbia sono la sede dei sentimenti di pietà, compassione e misericordia. Nel greco classico, invece, le viscere sono sede di altre forti passioni, come l’ira, il furore, il trasporto amoroso. In Matteo questo verbo ha sempre come soggetto Gesù verso le folle, tranne in questo caso in cui è il re del racconto – facilmente identificabile con Dio – a provare compassione per il servo.
A differenza di Marco che ne parla, Matteo normalmente non esplicita le reazioni umane di Gesù, ad eccezione proprio della compassione. In questa parabola esclusivamente matteana, la compassione diventa perdono e condono dei debiti. E proprio per questo Gesù costituisce i Dodici, che ne dovranno essere il segno concreto.
Commento alla Liturgia
Giovedì della XIX settimana di Tempo Ordinario
Prima lettura
Gs 3,7-10a.11.13-17
7Il Signore disse a Giosuè: "Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, perché sappiano che, come sono stato con Mosè, così sarò con te. 8Da parte tua, ordina ai sacerdoti che portano l'arca dell'alleanza: "Una volta arrivati alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete"". 9Disse allora Giosuè agli Israeliti: "Venite qui ad ascoltare gli ordini del Signore, vostro Dio". 10Disse ancora Giosuè: "Da ciò saprete che in mezzo a voi vi è un Dio vivente: proprio lui caccerà via dinanzi a voi il Cananeo, l'Ittita, l'Eveo, il Perizzita, il Gergeseo, l'Amorreo e il Gebuseo. 11Ecco, l'arca dell'alleanza del Signore di tutta la terra sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi. 13Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l'arca del Signore di tutta la terra si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano si divideranno: l'acqua che scorre da monte si fermerà come un solo argine". 14Quando il popolo levò le tende per attraversare il Giordano, i sacerdoti portavano l'arca dell'alleanza davanti al popolo. 15Appena i portatori dell'arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che portavano l'arca si immersero al limite delle acque - il Giordano infatti è colmo fino alle sponde durante tutto il tempo della mietitura -, 16le acque che scorrevano da monte si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo a partire da Adam, la città che è dalla parte di Sartàn. Le acque che scorrevano verso il mare dell'Araba, il Mar Morto, si staccarono completamente. Così il popolo attraversò di fronte a Gerico. 17I sacerdoti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore stettero fermi all'asciutto in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele attraversava all'asciutto, finché tutta la gente non ebbe finito di attraversare il Giordano.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 113A(114)
R. Trema o terra, davanti al Signore.
Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio. R.
Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
le montagne saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge. R.
Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, per volgerti indietro?
Perché voi, montagne, saltellate come arieti
e voi, colline, come agnelli di un gregge? R.
Vangelo
Mt 18,21-19,1
21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?". 22E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. 31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello". 1Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Note
Approfondimenti
Il verbo splagchnizomai (σπλαγχνίζομαι) contiene un riferimento alle viscere (splagchnon, σπλάγχνον), che nella Bibbia sono la sede dei sentimenti di pietà, compassione e misericordia. Nel greco classico, invece, le viscere sono sede di altre forti passioni, come l’ira, il furore, il trasporto amoroso. In Matteo questo verbo ha sempre come soggetto Gesù verso le folle, tranne in questo caso in cui è il re del racconto – facilmente identificabile con Dio – a provare compassione per il servo.
A differenza di Marco che ne parla, Matteo normalmente non esplicita le reazioni umane di Gesù, ad eccezione proprio della compassione. In questa parabola esclusivamente matteana, la compassione diventa perdono e condono dei debiti. E proprio per questo Gesù costituisce i Dodici, che ne dovranno essere il segno concreto.
Pregato
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