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Con questa espressione si trasferisce sul piano politico il titolo di Gesù “Messia” o “re d’Israele”. Di fronte alle autorità romane i membri del Sinedrio fanno leva, infatti, sul tema della regalità più che su quello religioso della bestemmia, a cui Pilato e il mondo culturale a cui appartiene non erano molto sensibili. Gesù però sfugge al ragionamento spostandolo subito al cuore del problema: l’origine della sua regalità.
L’evangelista mette qui sulle labbra di Pilato il termine èthnos (ἔθνος) che, nella sua accezione politica di “nazione”, si differenzia da làos, “popolo”, dal significato prevalentemente religioso di “popolo eletto”. Il termine èthnos, pronunciato da Pilato e riferito al popolo cui Gesù appartiene, mette in rilievo l’impossibilità di distinguere, in Israele, la dimensione politica da quella religiosa.
Letteralmente, il testo dice “da questo mondo”: l’espressione “essere da” (con la preposizione ἐκ) può indicare la provenienza da un luogo d’origine, l’appartenenza di qualcuno o di qualcosa, il suo essere più profondo (cf. Gv 8,47). Applicata alla regalità di Gesù, l’espressione ne indica non tanto l’origine quanto la legittimazione: il principio o fonte della sua regalità non sta nella sfera sociopolitica, la sua autorità non è di origine umana; agisce nel mondo, pur non ispirandosi al potere terreno.
Giovanni usa questo termine in senso biblico, come principio storico di progressiva rivelazione del piano di salvezza di Dio per gli uomini. In questo senso, il termine greco alētheia (ἀλήθεια), derivato dalla radice del verbo lanthànō (λανθάνω), nascondere, preceduto dall’alfa privativa (ἀ-), esprime letteralmente che la verità è qualcosa che si può conoscere perché non è nascosto. In ebraico, poi, la verità (’emet, dalla radice ’aman) è la qualità di ciò che è stabile, su cui ci si può appoggiare: l’affidabilità di Dio e della sua volontà di relazione e di salvezza verso i suoi figli.
Commento alla Liturgia
Cristo Re
Prima lettura
Dn 7,13-14
13Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. 14Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 92(93)
R. Il Signore regna, si riveste di splendore.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. R.
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall'eternità tu sei. R.
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R.
Seconda Lettura
Ap 1,5-8
5e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. 7Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà , anche quelli che lo trafissero , e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen! 8Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!
Vangelo
Gv 18,33b-37
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Sei tu il re dei Giudei?". 34Gesù rispose: "Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?". 35Pilato disse: "Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?". 36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". 37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".
Note
La regalità è la voce della verità
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