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Con il sostantivo ἐξουσία (exousìa) si esprimono i molti possibili piani dell’esercizio di un’autorità, inclusi il potere che viene da Dio stesso e una sorta di conoscenza trascendente della realtà, come quella di Gesù, che mostra di non avere bisogno di rivolgersi ad altri per sapere come interpretare la tradizione. Ma cosa intendono con “autorità” i contestatori di Gesù? Il dubbio è lecito, perché Gesù come anche Giovanni il battezzatore esercitano una indiscutibile autorità, ma lo fanno in modo inusuale. La questione, qui, rimane sospesa.
Commento alla Liturgia
Lunedì della III settimana di Avvento
Prima lettura
Nm 24,2-7.15-17b
2Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. 3Egli pronunciò il suo poema e disse: "Oracolo di Balaam, figlio di Beor, e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante; 4oracolo di chi ode le parole di Dio, di chi vede la visione dell'Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. 5Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! 6Si estendono come vallate, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantato, come cedri lungo le acque. 7Fluiranno acque dalle sue secchie e il suo seme come acque copiose. Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà esaltato. 15Egli pronunciò il suo poema e disse: "Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante, 16oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell'Altissimo, di chi vede la visione dell'Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. 17Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spacca le tempie di Moab e il cranio di tutti i figli di Set;
Salmo Responsoriale
Dal Sal 24 (25)
R. Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Oppure:
R. Sei tu, Signore, la via della vita.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
Vangelo
Mt 21,23-27
23Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: "Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?". 24Gesù rispose loro: "Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio questo. 25Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?". Essi discutevano fra loro dicendo: "Se diciamo: "Dal cielo", ci risponderà: "Perché allora non gli avete creduto?". 26Se diciamo: "Dagli uomini", abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta". 27Rispondendo a Gesù dissero: "Non lo sappiamo". Allora anch'egli disse loro: "Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose".
Note
Vita autentica
Le parole dei sommi sacerdoti e degli anziani nel Vangelo di oggi sono parole che se svuotate dalla malizia potrebbero davvero fare la differenza:
«Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?».
Questa sarebbe stata un’ottima occasione per Gesù di poter parlare di Suo Padre, ma egli sa bene che chi gli sta facendo la domanda non vuole sapere la risposta ma vuole solo svuotare la sua credibilità. Ecco perché Gesù incalza con un’altra domanda:
«Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi sanno benissimo che se diranno di sì allora saranno messi spalle al muro sul fatto che non l’hanno creduto, e se diranno di no si metteranno contro il popolo, ecco allora che rispondono “Non lo sappiamo”. È una grande lezione quella che ci dà il Vangelo di oggi: passiamo la vita a fare domande vere ma in fondo vogliamo solo trovare il modo per avere ragione e non per accogliere la verità. Se fossimo davvero disposti ad accogliere la verità non ci difenderemmo da essa, e accetteremmo il fatto che le cose vere ci mettono in discussione, smontano i nostri pregiudizi, fanno crollare le finte certezze, ma proprio per questo alla fine ci danno una vita autentica. Siamo però più abituati ad avere vite ipocrite che vite autentiche.
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