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Questo nome non è attestato da nessuna parte nella tradizione ebraica. Lo conosciamo solo da questo passo nei Vangeli (anche i paralleli di Mt e Lc lo riportano). Marco non lo traduce ma fa comprendere che va considerato “il principe dei demoni”. In questo contesto, uno dei significati possibili è quello di “padrone (ba’al) della casa” (cf. v.27).
È significativo che il narratore segnali qui il modo di parlare di Gesù “in parabole” (ἐν παραβολαῖς). È come per avvertire il lettore “Leggete bene! Fate attenzione!”, perché il Gesù di Marco dice le cose più importanti in modo velato, con immagini o massime, per introdurre gradualmente il destinatario nella profondità destinata a coloro che entrano nell’intimità del Maestro.
Commento alla Liturgia
Lunedì della III settimana di Tempo Ordinario
Prima lettura
2Sam 5,1-7.10
1Vennero allora tutte le tribù d'Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: "Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. 2Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: "Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d'Israele"". 3Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un'alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d'Israele. 4Davide aveva trent'anni quando fu fatto re e regnò quarant'anni. 5A Ebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi e a Gerusalemme regnò trentatré anni su tutto Israele e su Giuda. 6Il re e i suoi uomini andarono a Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano in quella regione. Costoro dissero a Davide: "Tu qui non entrerai: i ciechi e gli zoppi ti respingeranno", per dire: "Davide non potrà entrare qui". 7Ma Davide espugnò la rocca di Sion, cioè la Città di Davide. 10Davide andava sempre più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 88(89)
R. La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui.
Oppure:
R. Il Signore è fedele e protegge il suo servo.
Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode,
ho esaltato un eletto tra il mio popolo. R.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza. R.
La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Farò estendere sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra». R.
Vangelo
Mc 3,22-30
22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni". 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: "Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna". 30Poiché dicevano: "È posseduto da uno spirito impuro".
Note
Regno
Nella prima lettura ci viene narrato il modo in cui Davide viene costituito re su tutto Israele a Ebron. Nella memoria di Israele, questo “atto di costituzione” non è altro che “un atto di unione” espresso con gli stessi termini con cui Adamo si meraviglia, nel momento della creazione della donna, uscendo così dal dramma della sua solitudine:
«Ecco noi siamo tue ossa e tua carne» (2Sam 5,1).
Ciò che rende possibile e stabile il regno di Davide è la sua capacità – quella che i suoi successori presto smarriranno – di creare attorno a sé un’unità che nasce dal cuore e dal sentimento di appartenenza reciproca che fonda e conserva i legami di fiducia pur nelle inevitabili difficoltà. Nella linea davidica, la reazione del Signore Gesù all’accusa degli scribi e farisei va nella stessa linea:
«Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi» (Mc 3,25).
Nonostante, o forse proprio a motivo, di tutte le ambiguità di Davide nel suo modo di essere uomo credente e re del suo popolo c’è una costante che rimane per noi un esempio e un monito: «il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele» (2Sam 5,3).
Ciò che manca agli interlocutori del Signore Gesù è questa disponibilità di fondo a fare «alleanza», inclini come sono a evidenziare e a radicalizzare piuttosto quello che divide e tutto ciò che, contrapponendo, indebolisce. Non è raro anche per noi che l’accusa che muoviamo ad altri tradisce la nostra segreta speranza che gli altri siano meno capaci di metterci in crisi:
«Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni» (Mc 3,22).
Somiglia tanto a quanto pensano, dicono e si augurano i Gebusei riguardo a Davide: «Tu qui non entrerai: i ciechi e gli zoppi ti respingeranno» (2Sam 5,6). Eppure le cose non vanno proprio così: «Ma Davide espugnò la rocca di Sion, cioè la città di Davide» e ancora «Davide andava sempre più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui» (5,7.10).
Nella stessa linea, il Signore Gesù spiega ai suoi detrattori che hanno torto: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi. Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella con se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito» (Mc 3,24-26). Quello che si dicevano tra loro i Gebusei: «Davide non potrà entrare qui» (2Sam 5,6) è detto sub contrario dal Signore Gesù:
«Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega» (Mc 3,27).
La forza non può che venire da Dio, il quale non permette che i suoi figli cadano in balìa del nemico, ma ci assiste con la forza e la luce dello «Spirito Santo» (3,29) nella cui pace troveremo sempre la via dell’unità interiore e della concordia fraterna, per vincere ogni assalto del male e trovare… e donare pace. Del resto «Gerusalemme» (2Sam 5,6) significa “visione di pace”.
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