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In greco il verbo egeirō (ἐγείρω) evoca il risveglio della risurrezione.
Il verbo all’imperfetto può esprimere allo stesso modo il senso che Gesù “si mise a pregare” oppure che “perseverava nella preghiera”. Marco nota varie volte la preghiera notturna di Gesù, da considerare probabilmente una sua pratica abituale, come quella del digiuno, cominciata ben prima della sua vita pubblica.
Il tema del cercare è frequente nel Vangelo di Marco e, come il verbo zetèo (ζητέω) indica, può assumere valenze diverse, a seconda che si cerchi qualcosa che si conosce e che si è perduto, oppure ciò con cui si desidera entrare in relazione, senza sapere dove trovarlo. Vuol dire anche chiedere con insistenza, fare di tutto per ottenere. In Marco, l’uso più frequente è quello di cercare Gesù con la strana volontà di prenderlo o riprenderlo, di fermarlo, di mettere le mani su di lui, perfino di eliminarlo. Così il secondo Vangelo ci mostra la possibile ambiguità di questa ricerca: che cosa cerchiamo quando cerchiamo Gesù?
Generalmente il verbo exèrkomai (ἐξέρχομαι), che significa “uscire”, è seguito dall’indicazione del luogo da cui si esce o della ragione per cui ci si muove, che possono essere sottintesi ma si intuiscono dal contesto. Qui invece è lecito chiedersi qual è il senso poiché il verbo, che Gesù riferisce a se stesso, è espresso in forma assoluta come “uscito per”, “venuto per”. Sembra voler esprimere il passivo “sono stato mandato”, che allude a Dio: ciò che solo Dio può determinare lascia aperta la ricerca verso l’“altrove” di un annuncio, di una promessa.
Commento alla Liturgia
Mercoledì della I settimana di Tempo Ordinario
Prima lettura
1Sam 3,1-10.19-20
1Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. 4Allora il Signore chiamò: "Samuele!" ed egli rispose: "Eccomi", 5poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. 6Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!"; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quello rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". 7In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 8Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. 9Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"". Samuele andò a dormire al suo posto. 10Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". 19Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. 20Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 39(40)
R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna. R.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo. R.
Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». R.
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.
Vangelo
Mc 1,29-39
29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. 35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". 38Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Note
Ovunque
Se la prima tappa che fa Gesù nel Vangelo di Marco è la sinagoga, la seconda è la casa di Pietro. Sembra che il Vangelo voglia dirci che è sbagliato pensare che l’esperienza della fede è solo riservata a un luogo prestabilito. Se Dio esiste solo nei recinti del sacro allora siamo autorizzati a vivere la stragrande maggioranza della nostra vita lontani da Lui, o come se Lui non ci fosse. Ma Dio non è solo in un luogo, ma è ovunque. C’era una felice espressione del Catechismo di San Pio X che ben faceva comprendere questa realtà. Alla domanda “dov’è Dio?”, il catechismo rispondeva: “In cielo, in terra e in ogni luogo”. Pensare che Dio si trovi in cielo ci autorizza a vivere abbandonati a noi stessi sulla terra. Pensare che Dio si trova sulla terra ma solo in alcuni luoghi degni ci autorizza a pensare che ci sono posti dove Egli c’è e agisce, e altri in cui Egli è assente. Ma la verità è che Dio è ovunque soprattutto dove c’è qualcuno che soffre. Ecco perché viene raccontata la storia di questa donna malata:
“La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli”.
Non dobbiamo mai dimenticare questa grande lezione: Dio non è mai lontano da nessun luogo e da nessuna situazione. E persino lì dove il dolore, l’ingiustizia e il buio sembrano prevalere, è proprio in simili circostanze che Egli si fa presente e trova un modo per fare qualcosa per noi. La vera domanda è se noi abbiamo occhi per accorgercene.
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