Commento alla Liturgia

S. Teresa Benedetta della Croce

Prima lettura

Os 2,16b.17b.21-22

16Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. 17Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. 21Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, 22ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 44(45)

R. Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R.
 
Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. R.
 
Condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra. R.
 

Vangelo

Mt 25,1-13

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". 9Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene". 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". 12Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco". 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Commento alla Liturgia

Stanchezza invincibile

Luigi Maria Epicoco

“Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo”.

Prima di andare a vedere la differenza tra le vergini sagge e le vergini stolte vorrei che sostassimo davanti a un dettaglio importante: si può parlare di regno di Dio solo se si “esce” e “si va incontro” allo Sposo. Non esiste un esperienza di fede che coincida con un movimento statico. La vera fede è uscire dalla solitudine del nostro io per andare incontro a ciò che può compiere il nostro vero io. Quindi tutti quelli che usano la fede e la religione per stare semplicemente bene con se stessi sono automaticamente tagliati fuori da questa pagina del Vangelo. La vita spirituale non è una vaga ricerca di benessere interiore, ma è andare incontro a ciò che può realmente compierci. Solo dopo aver fatto questa debita precisazione possiamo proseguire il ragionamento della parabola che Gesù racconta. Infatti esistono due modalità di prendere sul serio il percorso di fede che Gesù chiama “regno dei cieli”. C’è un modo stolto e un modo saggio. Gesù dice chiaramente che arriva un momento della vita in cui tutti entriamo in una sorta di stanchezza invincibile. È quel momento in cui ci accorgiamo che non bastano tutte le nostre forze per essere all’altezza di quello che ci capita. Stolte e sagge si addormentano, ma il segreto delle sagge è nell’aver fatto scorta di olio in piccoli recipienti. È infatti l’allenamento nelle piccole cose della vita che ci prepara a reggere davanti alle grandi cose che ci capitano. Chi non è stato capace di fare tesoro delle piccole cose non riesce a reggere nemmeno le grandi. È qui il segreto della saggezza.

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La forma del verbo homoiòō (ὁμοιόω) al futuro passivo è piuttosto inconsueta, ma ben attestata in alcuni codici importanti. Si può tradurre anche con “sarà paragonato”. Usando questo verbo al futuro qui e nell’altra parabola che tratta del binomio saggezza/stoltezza (7,24.26), forse Matteo vuol lasciare intendere il giudizio che verrà, quando l’“essere simile a” si manifesterà per ciò che è: una casa ben salda oppure caduta in rovina, un incontro sponsale avvenuto oppure mancato.

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