Commento alla Liturgia

Martedì della XXI settimana di Tempo Ordinario

Prima lettura

2Ts 2,1-3a.13-17

1Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. 3Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l'apostasia e si rivelerà l'uomo dell'iniquità, il figlio della perdizione, 13Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. 14A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. 15Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. 16E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 95(96)

R. Vieni, Signore, a giudicare la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene. R.

Acclamino tutti gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.

Vangelo

Mt 23,23-26

23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! 25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza. 26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito!

Commento alla Liturgia

Igiene interiore

Luigi Maria Epicoco

La giustizia, la misericordia e la fedeltà sono le tre parole che Gesù segnala nel Vangelo di oggi per indicarci la magna carta della morale di un credente. Essere in rapporto a Dio non lo si misura dalla nevrosi di come si difendono gli schemi e si enfatizzano dettagli di poco conto. Essere credenti lo si traduce nella capacità di saper corrispondere alla realtà così come ci si presenta (la giustizia), dal saper amare gli altri per come sono, cioè nella loro miseria (misericordia), e dalla coerenza di come si sanno fare delle scelte che non smentiscano ciò che pensiamo essere vero, buono e giusto (fedeltà). Chi lotta per vivere queste tre parole è davvero un credente. Ma se invece di essere giusti si diventa furbi, invece di essere misericordiosi si diventa rigidi, e invece di essere fedeli si diventa opportunisti, allora a cosa serve tenere in piedi un apparato religioso simile? Tutto l’insegnamento di Gesù ha un punto di partenza: l’igiene interiore, cioè la nostra capacità di saper cambiare dentro per primi:

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!”.

Se togliamo la malizia che ci abita abbiamo compiuto tutto il necessario dei comandamenti che ci ha dato Dio, e abbiamo anche cambiato il mondo.

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