Commento alla Liturgia

Venerdì della XXVIII settimana di Tempo Ordinario

Prima lettura

Ef 1,11-14

11In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati - secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà - 12a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. 13In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, 14il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 32(33)

R. Beato il popolo scelto dal Signore.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. R.
 
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.
 
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R.

Vangelo

Lc 12,1-7

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: "Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. 2Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. 4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!

Commento alla Liturgia

Amati e mai dimenticati

Luigi Maria Epicoco

C’è un modo per misurare quanto siamo liberi interiormente e quanta autenticità c’è nel nostro cuore. È Gesù a indicarcelo con queste parole:

“Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti”.

In pratica Egli ci sta dicendo che la nostra vita deve essere fatta da cose che se fossero messe in piazza non dovrebbero umiliarci o condannarci. Se tu vivi o fai qualcosa domandati cosa ne sarebbe di te se quella cosa che vivi o che fai fosse fatta alla luce del sole, davanti a tutti. Questo criterio smaschererebbe molte cose che non abbiamo il coraggio di chiamare con il nome giusto, cioè “male”. Ma la libertà interiore è data anche dalla vittoria sulla paura più grande che ci portiamo dentro e che è quella della morte:

“A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui”.

Vincere la paura della morte ci dà una libertà inimmaginabile, ecco perché il frutto più maturo della fede tocca proprio questa paura. Ma essa non la si vince semplicemente con il racconto di storie edificanti sull’aldilà ma prendendo sul serio l’unica cosa che può farci affrontare la morte a viso scoperto, e cioè l’amore di Dio:

“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri”.

Siamo amati e mai dimenticati, è questa la forza con cui possiamo attraversare anche il buio della morte.

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