Passando dalla terza persona “… quei Galilei fossero” alla seconda persona plurale “se non vi convertite”, riferita ai propri interlocutori, Gesù li rimanda a se stessi, offrendo un vero cambiamento di prospettiva. Pentirsi, convertirsi: nel significato del verbo metanoèō (μετανοέω) vi è la concezione positiva e relazionale che Luca ha del ritorno a Dio, un Dio datore di vita, che entra in dialogo con gli uomini, la cui immagine si trasforma ai loro occhi diventando più buono che onnipotente.
Per questo, il ritorno a Dio non è solo a partire dal peccato (v. 2) o dalla cattiva coscienza, ma dalla fiducia di fondo nella riconciliazione, di cui ciascuno può essere artefice. Morire o perdersi dipenderà dalle proprie decisioni, non nel senso che la morte possa essere evitata, ma nel senso che può essere affrontata diversamente, con fiducia, come un processo di salvezza auspicato dal Padre e favorito dal Figlio. Questa è la responsabilità che Luca attribuisce alla conversione, al pentimento.
Commento alla Liturgia
Sabato della XXIX settimana di Tempo Ordinario
Prima lettura
Ef 4,7-16
7A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8Per questo è detto: Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. 9Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. 11Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, 12per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, 13finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. 14Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. 15Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. 16Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 121(122)
R. Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore. R.
Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. R.
Vangelo
Lc 13,1-9
1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". 6Diceva anche questa parabola: "Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". 8Ma quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai"".
Approfondimenti
Passando dalla terza persona “… quei Galilei fossero” alla seconda persona plurale “se non vi convertite”, riferita ai propri interlocutori, Gesù li rimanda a se stessi, offrendo un vero cambiamento di prospettiva. Pentirsi, convertirsi: nel significato del verbo metanoèō (μετανοέω) vi è la concezione positiva e relazionale che Luca ha del ritorno a Dio, un Dio datore di vita, che entra in dialogo con gli uomini, la cui immagine si trasforma ai loro occhi diventando più buono che onnipotente.
Per questo, il ritorno a Dio non è solo a partire dal peccato (v. 2) o dalla cattiva coscienza, ma dalla fiducia di fondo nella riconciliazione, di cui ciascuno può essere artefice. Morire o perdersi dipenderà dalle proprie decisioni, non nel senso che la morte possa essere evitata, ma nel senso che può essere affrontata diversamente, con fiducia, come un processo di salvezza auspicato dal Padre e favorito dal Figlio. Questa è la responsabilità che Luca attribuisce alla conversione, al pentimento.
Scegliere ora
Due fatti di cronaca sono il pretesto che Gesù usa per far svegliare la gente e noi dal torpore che ci convince che le cose tragiche succedono sempre agli altri. È proprio questo tipo di convinzione che ci fa rimandare la nostra conversione a un futuro indeterminato. Invece la cronaca nera che tante volte riempie i telegiornali durante l’ora di pranzo o di cena dovrebbe spingere ciascuno di noi a convertirci, non tanto per non fare la stessa fine, ma per non divenire noi stessi causa di male per gli altri, o impreparati davanti a ciò che non si può prevedere. Poi Gesù prende di petto un altro aspetto essenziale: fino a quando possiamo rimandare le conseguenze delle nostre azioni? Per spiegarcelo racconta una parabola:
«Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».
Non è contraddittorio dire che Dio è infinitamente misericordioso ma la Sua pazienza ha un limite? Assolutamente no, infatti noi siamo infinitamente amati da Dio, sempre, senza ripensamenti, ma questo amore non ci protegge dalle conseguenze delle nostre azioni. Se l’amore ci deresponsabilizzasse non sarebbe più amore perché ci toglierebbe la libertà. Invece è proprio perché siamo liberi che siamo responsabili delle nostre azioni, e chi ti ama può pazientare ma alla fine non può evitarti la conseguenza delle tue scelte. Quindi scegli ora che hai tempo, perché poi il tempo finisce.
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