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Letteralmente, il verbo ἐπιστρέφω (epistrèpho) significa “girarsi, tornare indietro, cambiare direzione”. Da qui il significato ricorrente nei Vangeli: “cambiare condotta morale o spirituale”, in altri termini “convertirsi”. In questo senso, a Zaccaria viene annunciato che il figlio in arrivo “ricondurrà” a Dio il popolo d’Israele. Ma l’accostamento di Giovanni con la missione che era stata del profeta Elia (Sir 48,10) rimanda anche a una conversione particolare, quella “dei padri verso i figli”, come a un cambiamento di era, in cui gli uomini imparano a convertirsi gli uni agli altri, in un movimento verso il futuro – verso i figli – cioè verso la sorpresa di Dio.
Letteralmente, il verbo ἐπιστρέφω (epistrèpho) significa “girarsi, tornare indietro, cambiare direzione”. Da qui il significato ricorrente nei Vangeli: “cambiare condotta morale o spirituale”, in altri termini “convertirsi”. In questo senso, a Zaccaria viene annunciato che il figlio in arrivo “ricondurrà” a Dio il popolo d’Israele. Ma l’accostamento di Giovanni con la missione che era stata del profeta Elia (Sir 48,10) rimanda anche a una conversione particolare, quella “dei padri verso i figli”, come a un cambiamento di era, in cui gli uomini imparano a convertirsi gli uni agli altri, in un movimento verso il futuro – verso i figli – cioè verso la sorpresa di Dio.
Commento alla Liturgia
19 Dicembre
Prima lettura
Gdc 13,2-7.24-25a
2C'era allora un uomo di Sorea, della tribù dei Daniti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli. 3L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. 4Ora guàrdati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro. 5Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei". 6La donna andò a dire al marito: "Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, 7ma mi ha detto: "Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte"". 24E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. 25Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui quando era nell'Accampamento di Dan, fra Sorea ed Estaòl.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 70(71)
R. Canterò senza fine la tua gloria, Signore.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.
Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.
Vangelo
Lc 1,5-25
5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. 8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso. 10Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto". 18Zaccaria disse all'angelo: "Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni". 19L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo". 21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. 23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25"Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini".
Note
Imprevisto inaspettato
Zaccaria ed Elisabetta sono il prototipo della brava gente, ma sono anche il prototipo di quelle brave persone che nonostante la loro correttezza e lealtà si trovano a vivere dei drammi che li accompagnano per tutta la vita. Il loro dramma è rappresentato dall’impossibilità nell’avere dei figli. Ormai anziani si ritrovano con le parole dell’angelo Gabriele che gli annuncia il concepimento di Giovanni Battista. La reazione dovrebbe essere di gioia ma in realtà Zaccaria sembra reagire con una improvvisa incredulità:
«Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».
Proprio per questo l’angelo gli toglie la parola e resterà muto finchè non accadrà che proprio per la nascita del figlio riacquisterà la parola. Ci sono cose nella vita che ci lasciano senza parole, ma ce ne sono altre che ce la ridonano. Sembra che il Vangelo voglia dirci che non dobbiamo avere fretta di trarre delle conclusioni sulla nostra vita anche quando sembra che ormai è troppo tardi. Anzi dovremmo bandire “ormai” dal nostro vocabolario personale e conservare invece una fiducia in Dio che realizza ciò che ci ha messo nel cuore nella maniera più imprevedibile e nei tempi più inaspettati. Finchè ci sveglieremo ogni mattina significa che c’è ancora qualcosa di questa vita che dobbiamo vivere, e qualcosa che dobbiamo continuare ad attendere. Smettere di aspettarsi qualcosa dalla vita è un po’ come morire. Dio è Colui che ridona attesa a tutti, anche a un anziano come Zaccaria. Si tratta solo di capire in che modo Egli agisce e vuole essere accolto.
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