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Dal senso letterale e intuitivo di far passare qualcosa da una posizione chiusa a una aperta, il verbo ἀνοίγω (anòigo) indica qui l’atto di far tornare a funzionare bocca e lingua, organi della parola. La declinazione del verbo al passivo ¬– “fu aperta” – rimanda, poi, all’agire di Dio annunciato dai profeti nell’Antico Testamento. “Aprire la bocca ai muti” e “le orecchie ai sordi” – quale era anche Zaccaria, visto che i presenti devono usare cenni per farsi capire – in Luca sono proprio i segni dell’era messianica, inaugurata dal superamento dell’incredulità e da una nuova capacità di ascoltare e benedire.
Commento alla Liturgia
23 Dicembre
Prima lettura
Ml 3,1-4.23-24
1Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. 2Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. 3Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia. 4Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. 23Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: 24egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 24 (25)
R. Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R.
Vangelo
Lc 1,57-66
57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. 59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". 61Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. 64All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: "Che sarà mai questo bambino?". E davvero la mano del Signore era con lui.
Note
Se stessi fino in fondo
Nel Vangelo di oggi viene narrata la diatriba sulla scelta del nome del piccolo Giovanni Battista:
“All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse”.
In questa discussione è nascosto un problema sotteso in ogni famiglia, ma oserei dire in ogni legame di bene. Tutti noi vorremmo che gli altri fossero secondo le nostre aspettative. Dare un nome significa dare anche un destino, un significato, un’etichetta. L’amore vero sa rispettare la diversità dell’altro e gli permette di emergere in tutta la sua unicità. Un buon genitore non può caricare sulle spalle dei figli i propri sogni, ma deve essere disposto persino a rinunciarvi affinché i sogni dei figli si realizzino. La difesa del nome “Giovanni” è la difesa della diversità di questo bambino che ha tutto il diritto di essere se stesso fino in fondo. Ecco perché anche il padre, Zaccaria, si allea con la volontà della moglie:
“Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio”.
Quel padre che non aveva creduto alla nascita di quell’inaspettato figlio ha vissuto anch’egli nove mesi in cui ha maturato un cambiamento. È bello pensare che certe cose nella vita ci cambiano, e questa non è una cosa brutta ma una cosa estremamente bella.
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