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I due sostantivi – προσευχή (proseuchē) e δέησις (deēsis) – sono sinonimi, tanto da poterli leggere come un’endiadi: la preghiera di supplica. Designano la preghiera di domanda o di intercessione. Uniti al termine εὐχαριστία (eucharistia), cioè ringraziamento, indicano le due dimensioni fondamentali della preghiera cristiana.
Questa espressione non ha paralleli nel NT e può essere interpretata sia come genitivo possessivo – la pace che Dio possiede – sia come un genitivo di origine – la pace che viene da Dio.
Il verbo phroureō (φρουρέω) è proprio del linguaggio militare e indica la difesa assicurata da una guarnigione. Nel NT è usato anche in senso metaforico. È al futuro per indicare una promessa sicura.
Il verbo paralambanō (παραλαμβάνω) è un termine tecnico, di origine biblico-giudaica, che designa il processo della tradizione. Qui fa riferimento alle disposizioni pratiche trasmesse da Paolo (cf. 1Ts 4,1; 2Ts 3,6).
Commento alla Liturgia
XXVII Domenica Tempo Ordinario
Prima lettura
Is 5,1-7
1Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. 2Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. 3E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. 4Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? 5Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. 6La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. 7Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 79(80)
R. La vigna del Signore è la casa d'Israele.
Hai sradicato una vite dall'Egitto,
hai scacciato le genti e l'hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli. R.
Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna. R.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte. R.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa' che ritorniamo,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi. R.
Seconda Lettura
Fil 4,6-9
6Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 7E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. 8In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. 9Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Vangelo
Mt 21,33-43
33Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?". 41Gli risposero: "Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo". 42E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi ? 43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.
Note
Approfondimenti
In questa citazione del Sal 118,22 si trova probabilmente un gioco linguistico ironico che deve risalire proprio alle parole effettivamente pronunciate da Gesù. Nella sinagoga, infatti, il testo aramaico del Salmo veniva letto sostituendo “pietra” (‘eben in ebraico) con “figlio” (bēn in ebraico). I capi dei sacerdoti e i farisei, quindi, devono aver capito l’allusione a Gesù, quel “figlio di Iesse” che stava per subire la sorte del suo antenato David, prima scartato ma poi scelto come re.
Inoltre, la pietra scartata è Gesù, un figlio d’Israele: Matteo non intende esaltare il cristianesimo rispetto al giudaismo, né definire la Chiesa come il “vero Israele”. La Chiesa riceve la sua identità dal suo rapporto con il Signore crocifisso e risorto, dalla risposta che riesce a dare alla sua rinnovata offerta di riconciliazione.
Nei molti casi in cui il termine ethnos (ἔθνος) compare al plurale in Matteo, si intende “i pagani”. Qui invece compare al singolare, indicando semplicemente un insieme di persone.
Forse Matteo allude anche al popolo degli “stranieri”, la comunità dei credenti in Gesù Cristo, che hanno aderito all’annuncio di Giovanni Battista, di Gesù stesso, dei missionari cristiani, in contrapposizione a quanti lo hanno rifiutato.
Secondo un’altra possibile accezione, il termine ethnos non designa comunque tutta la chiesa, ma un gruppo, e cioè i responsabili della comunità giudeo-cristiana.
In ogni caso, non è la vigna – la casa di Israele, il Regno di Dio, il territorio privilegiato che appartiene al Messia – a essere sostituita, ma i suoi responsabili.
La fiducia nello scarto
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