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Solo in questo brano è usato il verbo phaneròō (φανερόω), che significa “rivelare, rendere visibile, evidente”, per indicare il modo in cui Gesù si rivela come risorto, in una sorta di inclusione tra il v. 1 e il v. 14. Nel cap. 20, Giovanni usa o il verbo “stare” o il verbo “venire”. Ma il verbo “manifestare” è usato in molti passi importanti del Quarto vangelo (da 1,31 a 17,6), il che indica come la manifestazione di Gesù risorto sia il punto di arrivo e un criterio di spiegazione di quanto era stato preparato prima della Pasqua.
Con il vocativo “bambini”, paidìa, paidìon (παιδία, παιδίον) vengono interpellati i discepoli. Questo vocativo richiama la nascita del bambino (paidìon) dai dolori del parto in 16,21. Con questa reminiscenza, il legame tra Gesù e i discepoli appare ancora più stretto: essi nascono dalla sua risurrezione. Si sta realizzando anche la promessa di 14,18: “non vi lascerò orfani”, pur riferita allo Spirito Santo, l’“altro Paraclito”. L’“altro” dopo Gesù, che è il primo e, da risorto, si presenta come una madre.
Solo in questo brano è usato il verbo phaneròō (φανερόω), che significa “rivelare, rendere visibile, evidente”, per indicare il modo in cui Gesù si rivela come risorto, in una sorta di inclusione tra il v. 1 e il v. 14. Nel cap. 20, Giovanni usa o il verbo “stare” o il verbo “venire”. Ma il verbo “manifestare” è usato in molti passi importanti del Quarto vangelo (da 1,31 a 17,6), il che indica come la manifestazione di Gesù risorto sia il punto di arrivo e un criterio di spiegazione di quanto era stato preparato prima della Pasqua.
Commento alla Liturgia
Venerdì fra l'Ottava di Pasqua
Prima lettura
At 4,1-12
1Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, 2irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. 3Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. 4Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. 5Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, 6il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. 7Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: "Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?". 8Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani, 9visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, 10sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. 11Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. 12In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati".
Salmo Responsoriale
Dal Sal 117(118)
R. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d'angolo.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! R.
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina. R.
Vangelo
Gv 21,1-14
1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". 6Allora egli disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso ora". 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Note
Le reti a destra
Cristo è risorto. La luce della sua Pasqua risplende nella Chiesa e rischiara tutta la storia e tutto il mondo. Eppure a noi, discepoli di un mistero così grande, resta un cammino da compiere per poter essere testimoni convinti e contenti di questa grande speranza che annuncia il superamento del peccato e della morte. Il principale ostacolo che si pone sul cammino che conduce alla possibilità di risorgere con Cristo in una vita nuova è sempre quello della paura, che si declina negli infiniti modi con cui proviamo a ricominciare a fare affidamento sulle nostre forze anziché sulla gratuità dell’amore:
«Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla» (Gv 21,3-4).
Pare un po’ eccessivo che dei pescatori professionisti non siano davvero riusciti a pescare niente in un’intera notte di attività. Eppure, la conosciamo tutti molto bene questa sensazione del bicchiere mezzo vuoto, al termine di tanti momenti in cui abbiamo provato — invano — a far quadrare il cerchio e a far tornare i conti dopo situazioni di grande dolore o di sconforto. Per fortuna, più forte di ogni nostra rassegnazione è il desiderio che il Signore risorto ha di manifestarsi a noi, per accompagnare i nostri occhi a riconoscere quanta vita può ancora insorgere al termine di qualsiasi notte dobbiamo attraversare:
«“Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”» (Gv 21,5).
Se, da un lato, la secca replica dei discepoli manifesta un certo fastidio per una domanda non propriamente «empatica», che ha messo a nudo la sterilità del loro tentativo di gettare le reti nelle solite direzioni, dall’altra possiamo scorgere nel «no» dei discepoli un singolare frutto del mistero pasquale nella relazione tra Dio e l’uomo. Dopo aver simulato forze interiori di cui erano sprovvisti ed essersi cimentati in una sequela ancora troppo egocentrica, i discepoli sono finalmente liberi di poter chiamare le cose con il loro nome: non c’è nulla da mangiare! Gesù insiste e, dopo l’impertinente interrogativo, non risparmia nemmeno un’assurda proposta, curiosamente accolta e praticata dai discepoli, forse colti da un certo presagio di speranza:
«“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci» (Gv 21,6).
Il vangelo non intende certo annunciare che, dopo la Pasqua, i frutti da raccogliere stanno necessariamente dalla parte opposta a quella in cui proviamo a inseguire la vita. Vuole piuttosto rivelare che, solo ascoltando la voce del Risorto, possiamo scoprire in quale direzione vanno cercati i segni e i frutti della vita eterna. Quando la sequela del Signore entra nel dinamismo della Pasqua, azzerando le motivazioni iniziali con cui ci siamo incamminati, non è sufficiente la nostra buona volontà per tornare a vivere del vangelo. Occorre riconoscere e ascoltare la voce del Risorto e imparare a usare, secondo la sua sapienza, quelle reti che Dio — da sempre — ci ha posto gratuitamente nelle mani per poter attingere dalla realtà nutrimento per noi e per gli altri. Così la risurrezione si compie in noi: quando riusciamo a prenderci la parte migliore delle cose, abbracciando — non disertando — la logica povera e umile del vangelo, che ci insegna a confidare nella (debole) forza dell’amore e nel nome di colui che, donandoci se stesso, desidera soltanto che il banchetto del Regno non sia mancante di nessuno. Colui che — solo — è degno di fiducia, perché la sua vita non ha cercato di difenderla, ma l’ha offerta gratuitamente per noi e per tutti. Pietro e i primi discepoli, dopo l’esperienza amara della loro infedeltà, si sono persuasi che non c’è niente di più reale e sicuro della fedeltà di Dio:
«In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12).
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