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Il senso del verbo raro antiparèrchomai (ἀντιπαρέρχομαι) non è evidente, perché la preposizione “parà” suggerisce il passare oltre e la preposizione “antì” un camminare di fronte o contro. Una traduzione possibile sarebbe “passò oltre dall’altro lato della strada”. In Sap 16,10, lo stesso verbo significa proprio il contrario: “farsi incontro” per portare soccorso.
Il senso del verbo raro antiparèrchomai (ἀντιπαρέρχομαι) non è evidente, perché la preposizione “parà” suggerisce il passare oltre e la preposizione “antì” un camminare di fronte o contro. Una traduzione possibile sarebbe “passò oltre dall’altro lato della strada”. In Sap 16,10, lo stesso verbo significa proprio il contrario: “farsi incontro” per portare soccorso.
Il verbo utilizzato da Gesù non è statico ma dinamico (γίνομαι) e potrebbe essere tradotto più opportunamente con: «è diventato», «si è fatto». Questa sfumatura ci fa comprendere coma la prossimità di cui parla il Signore non sia una misura spaziale ma un movimento di compassione che genera avvicinamento.
Commento alla Liturgia
Lunedì della XXVII settimana di Tempo Ordinario
Prima lettura
Gal 1,6-12
6Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. 7Però non ce n'è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. 8Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! 9L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 10Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! 11Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; 12infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 110(111)
R. Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Oppure:
R. Il Signore è fedele alla sua alleanza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. R.
Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine. R.
Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre. R.
Vangelo
Lc 10,25-37
25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?". 26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?". 27Costui rispose: " Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso ". 28Gli disse: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". 29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è mio prossimo?". 30Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?". 37Quello rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' così".
Note
Gratuità
«Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Il Vangelo di Luca di oggi è esplicito nel dirci che il dottore della Legge che fa questa domanda lo fa essenzialmente per mettere alla prova Gesù, ma gli siamo comunque grati perché grazie a questa domanda Gesù ci ha regalato la parabola del buon Samaritano. Infatti ciò che Gesù ha a cuore di dire è molto semplice: si fa esperienza di vita eterna quando si vive la compassione. La storia raccontata è costruita sull’assordante silenzio di chi dovrebbe in realtà essere il protagonista, cioè il malcapitato che viene rapinato e lasciato mezzo morto a terra. Quest’uomo in tutta la storia non dice una sola parola, non chiede nemmeno aiuto, non ringrazia, non fa davvero nulla. È la condizione in cui possiamo venirci a trovare in alcuni periodi della vita in cui siamo talmente tanto provati dagli eventi da non avere né preghiere, né desideri espliciti, né forza alcuna. Che succede quando siamo in totale impotenza? Il Signore si ferma e fa qualcosa per noi anche se noi non abbiamo nemmeno la fede o la forza per chiederglielo. Siamo amati al di là di quanto siamo capaci di credere in questo amore. Ma Gesù vuole aggiungere anche un altro insegnamento che si somma alla gratuità disarmante con cui siamo amati: quando ti accorgi di essere stato amato così allora non rimanere uguale, riverbera con la tua vita l’amore ricevuto, comportati come fa Dio, ama con compassione e gratuità chi incroci nella vita, specialmente quelli che apparentemente ti capitano per caso sulla strada della tua esistenza.
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