www.nellaparola.it
Liturgia del giorno
Mercoledì della III settimana di Pasqua
Prima lettura
At 8,1-8
1Saulo approvava la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. 2Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. 3Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. 4Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola. 5Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. 6E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. 7Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. 8E vi fu grande gioia in quella città.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 65(66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.
oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza dòmina in eterno. R.
Vangelo
Gv 6,35-40
35Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 36Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
Note
Approfondimenti
L’espressione si può tradurre anche “il pane della vita sono io”, per evidenziare che il pane, secondo la cristologia dell’incarnazione propria di Giovanni, riproduce le caratteristiche di chi lo dona, in particolare il fatto di avere un’origine celeste (6,33) e la capacità di trasmettere la vita divina (zōē, ζωή). Il cibo di cui Gesù sta parlando è la sua persona: egli è il pane che Dio, suo Padre, dona al presente.
Si possono individuare due ispirazioni della cristologia giovannea:
- La radice sapienziale: anche in Pr 9,1-6 il cibo che la Sapienza offre è se stessa e solo nutrendosi di quella Sapienza che ha preparato la tavola e offre se stessa come cibo si può diventare saggi e sapienti;
- La radice profetica, per esempio in Is 55,1-3, che esprime la stessa equivalenza tra cibo e parola: si mangia ascoltando, è ascoltando che ci si nutre di cose buone.
Commenti
Già da ora
Il tuo nome è Gioia, alleluia!
Il tuo nome è Gioia, alleluia!

Eppure